(copyright VersiliaToday)
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 VIAREGGIO. Nuovo appuntamento con FeliceMente, la nuova rubrica di VersiliaToday, dedicato alla mente e alla sua conoscenza, curata dalla dottoressa Valentina Aletti.

Quando si tratta di giocare, nessuno lo fa come gli esseri umani.

 

I cuccioli di varie specie sulla Terra giocano, ma nessuno gioca per così tanto tempo della sua esistenza e così fantasiosamente come fanno gli esseri umani. I bambini in questo sono unici e usano il gioco per esplorare situazioni ipotetiche, piuttosto che per provare sfide che magari affronteranno in seguito nella realtà. I gattini ad esempio possono fingere di essere gatti che combattono, ma non potranno mai far finta di essere bambini. I bambini, invece, possono prontamente fingere di essere gatti, Spider-Man piuttosto che la Sirenetta.

Così facendo, si sviluppano alcune delle facoltà più importanti per l’umanità come il potere di fare ipotesi e immaginare nuove possibilità, rendendo grande la nostra specie. L’idea che il gioco contribuisca al successo umano risale ad almeno un secolo, ma solo negli ultimi 25 anni circa i ricercatori hanno sviluppato questo concetto legandolo più da vicino sia le neuroscienze che all’evoluzione umana.

Il gioco ha un ruolo importantissimo nello sviluppo psicologico, fisico e sociale dei bambini, in quanto stimola la fantasia, la creatività, la socializzazione, lo sviluppo motorio, la consapevolezza e la conoscenza di sé. Favorisce anche l’elaborazione, la comprensione e il contenimento delle proprie emozioni nonché l’alleviamento delle tensioni e il dominio di eventi traumatici e dolorosi.  In altre parole, il gioco promuove una delineazione di confini tra il proprio mondo interno e il mondo esterno ed è essenziale non solo per lo sviluppo individuale, ma anche per lo sviluppo delle nostre capacità di abitare, sfruttare e modificare l’ambiente.

Il Dr. Gopnik, professore di psicologia presso l’Università della California, ha studiato i vari modi in cui i bambini imparano a valutare il loro ambiente attraverso il gioco concludendo che da piccoli si è più predisposti a esplorare e scoprire, mentre crescendo da adulti si è più inclini a sfruttare l’ambiente.Questa operazione in età adulta si fonda su lezioni e spesso regole inconsce apprese in precedenza che ci permettono di risparmiare tempo e ridurre gli errori. Per fare un esempio da grandi si sceglie con più probabilità di andare al ristorante dove si mangia bene piuttosto che provare il posto nuovo dall’altra parte della città, aumentando così le possibilità di godersi la serata.

In conclusione l’osservazione del gioco può risultare utile a qualsiasi età ma in particolare con i bambini fornisce una profonda conoscenza del loro mondo interno e, se considerato uno specchio di vita, permette di rilevare eventuali problematiche e difficoltà.

 

 

FeliceMente è curata da Valentina Aletti, psicologa clinica, laureata presso l’Università degli Studi di Firenze. Specializzanda in psicoterapia sistemico-relazionale ha conseguito master di perfezionamento in PNL , diagnosi e cura dei disturbi del comportamento alimentare e obesità , consulenza tecnica e peritale e disturbi dell’apprendimento e comportamento in età evolutiva. Per informazioni  scrivere a [email protected]

Avvertenza: questa rubrica ha come fine quello di favorire la riflessione su temi di natura psicologica. Le informazioni fornite hanno carattere generale e non sono da intendersi come sostitutive di regolare consulenza professionale. Le mail saranno protette dal più stretto riserbo e quelle pubblicate, previo esplicito consenso del lettore, saranno modificate in modo da tutelarne la privacy.

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TAG:
bambini FeliceMente giocare gioco psicologia Valentina Aletti

ultimo aggiornamento: 14-07-2013


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